martedì 29 agosto 2017

PRIME POLAROID

Faccio un po' fatica a dare un ordine logico alle cose che vedo o che scopro, qui in Messico. Il termine inglese overwhelmed esprime bene come mi sento: una specie di onda fatta di tanti stimoli nuovi non sempre facili da gestire. E in mezzo c'è pur sempre una quotidianità che sta cominciando a diventare routine: sveglia, colazione, attesa chilometrica del bus della scuola davanti al portone, sistemazione casa, sguardo desolato all'appartamento vuoto e ai tristi mobili a noleggio, spesa, impegni vari, rientro da scuola delle bambine con conseguente attesa chilometrica del bus, compiti, altro sguardo tristo, birra consolatoria, rientro consorte, cena e via così.
In mezzo, le prime gite in giro per la città - che alterna zone inavvicinabili ad altre molto carine - e in parallelo tante cose nuove, talvolta ridicole o semplicemente diverse da ciò cui ero abituata. Ora, siccome non l'ha detto nessuno che deve esserci una logica in quel che racconto qui, vado ad elencare, come si dice in spagnolo, a cabezon de perro ciò che mi ha colpito ultimamente.
(Chi mi legge dai tempi del glutammato ricorderà che adoro gli elenchi, per chi non avesse avuto questa enorme fortuna: adoro gli elenchi)

mercoledì 23 agosto 2017

PRATICAMENTE VADO AL CEPU

La cosa fondamentale quando si espatria è a mio parere quella di essere in grado di comunicare. Ora, in Cina questa cosa è sempre stata un grosso problema per ovvi motivi: il mandarino è difficilissimo e comporta un impegno intensivo e costante per arrivare a risultati minimi e pure sindacabili. Ora invece sento che è arrivato il tempo della rivalsa, perché -che diamine- parliamo dello spagnolo. Se pò fa.
Ho dunque cominciato, una settimana dopo essere arrivata a Città del Messico, a cercare come una pazza su Internet quale potesse essere la migliore opzione. Mi sono subito resa conto che qui il problema non è tanto la scuola, quanto il tempo necessario per arrivarci. Che sia con il taxi o con Uber o a dorso di mulo, la città mi è tentacolare e parecchio incasinata, quindi un paio d’ore di lezione possono tranquillamente diventare quattro se è l’ora di punta e devi andare e tornare.
E qui è scattato il colpo di culo inaspettato.

martedì 22 agosto 2017

GIUSTO DUE RIGHE PER ROMPERE IL GHIACCIO

Aprire un capitolo "prime impressioni" una volta approdati a Città del Messico è abbastanza complesso sia perché sono ancora annebbiata dal fuso (e sono passati dieci giorni!), sia perché la città e la cultura in cui ci siamo prepotentemente immersi è fatta di scoperte quotidiane che vanno digerite a poco a poco. Devo anche premettere però che se la Cina era uno shock culturale di tutto rispetto, il Messico, o quantomeno questa metropoli, non lo è. E non solo perché grosso modo - molto grosso - riesco a intuire quello che la gente dice, ma perché i comportamenti sociali sono molto simili ai nostri. Qui l'unico vero shock è la quantità di peperoncino con cui tutto è condito. Dai tacos all'anguria. 

venerdì 4 agosto 2017

CASA DULCE CASA

Per trovare casa a Città del Messico sono necessarie due regole: non avere fretta e non trarre conclusioni affrettate.
Perché - se anche uno pensa che ha avuto culo e dopo solo 18 appartamenti visitati è riuscito a trovare quello ideale - poi la cosa non è che esattamente finisca così. Il mio caso, per esempio.

Arriviamo in visita nella Ciudad a fine aprile, giriamo come trottole per quattro giorni e al rientro in Italia scriviamo alla nostra agente e le comunichiamo due opzioni: casa A, decisamente bellissima, ma un tantino poco pratica (no ascensore, balcone e camera di servizio) e casa B, molto meno bella, ma con i plus di cui sopra.


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