Il divertente di vivere all'estero è - tra le altre cose - apprendere
abitudini e stili di vita che probabilmente come turista non si riescono a
cogliere, non vivendone la quotidianità. Gradualmente si scoprono quindi cose
che piacciono, altre che affascinano ed altre ancora che alle volte lasciano
perplessi. Ora, mentre è abbastanza intuitivo comprendere che in Cina le perplessità
fossero moltissime, in Messico tutto accade in modo più sottile perché se
all'apparenza molto è “comune”, trattandosi di due culture, la italiana e la
messicana, entrambe latine, molte consuetudini restano da digerire.
Alcune fanno sorridere, altre invece possono dare un po’ sui nervi, specie se
non si è particolarmente tolleranti.
Io non mi considero un’intollerante, altrimenti avrei continuato a vivere a
Milano per tutta la vita. Però non nego che ci sono giorni in cui le diversità
mi pesano, probabilmente a seconda delle ore di sonno, del famoso lato dal
quale sono scesa dal letto o da chissà che altro.
Vorrei dunque farvi progressivamente partecipi delle mie "intolleranze", non sia mai che un altro e più sereno punto di vista (il vostro) mi porti un qualche beneficio.
Innanzitutto, nella categoria bizzarrie messicane rientra sicuramente la figura
dell’insacchettatore del supermercato, figura imprescindibile in qualsiasi
esercizio commerciale. A Città del Messico c’è una scelta enorme di
supermercati, scelta che richiede tempo e attenzione per riuscire a
barcamenarsi tra quello che conviene comprare e dove sia meglio farlo:
Superama, Costco, Chedraui, Sanborns, Walmart, Soriana, La Europea, La Comer e
chi più ne ha più ne metta.
Fattori comuni a tutti sono l’enorme quantità e
varietà di cibo (e non solo) a disposizione, che fa impallidire la nostra
Metro, e non meno importante la schiera di omini e donnine che aspettano alla
cassa pronti ad insacchettare l’acquisto. Malauguratamente però, chi fa questo
lavoro, e sostanzialmente vive della mancia che riceve, ha un’età media tra i
settanta e gli ottantacinque (da cui la certezza della longevità dei messicani),
quindi come si può intuire non dispone di riflessi molto pronti. Per di più,
nel tentativo di ricevere mance più laute, l’insacchettatore cerca di
organizzare la spesa nelle buste in modo razionale, distribuendo i pesi,
cercando di non schiacciare le cose delicate e, se necessario, estraendole nuovamente
se il lavoro non gli sembra ben fatto.
Capita talvolta (nei giorni di massima
sfiga e in specifici supermercati) di trovare LA COPPIA di insacchettatori, che
come i vecchietti dei Muppets chiacchierano della rava e la fava mentre
lavorano, riducendo ai minimi termini la velocità delle operazioni, o peggio
deliberano e opinano sulle reciproche scelte nel creare i livelli, nel chiudere buchi o ottimizzare gli spazi.
La caduta delle balle è quindi
un fenomeno inevitabile ogni volta che si va a fare acquisti, anche perché se
si tenta timidamente di aiutare, il vegliardo di turno ti fulmina con lo sguardo
perché pensa che il tuo scopo sia quello di evitarsi la mancia.
Con il tempo, nel super dietro casa mia, sono riuscita ad individuare
l’unico omino rapido del novero, che grosso modo ha una reattività pari a Flash
Il Bradipo del cartone Zootopia ma ciò nonostante resta il migliore di tutti
(nonché il più simpatico).
Per la legge di Murphy o forse semplicemente perché
non sono la sola a pensare che é il meno peggio, nella cassa in cui c’è lui la fila é più lunga. Però ho sperimentato che tra una fila lunga accessoriata di omino
rapido e una più scarna con omino impedito, vale sempre comunque la pena andare
nella prima. Solo i principianti non lo sanno. E a me adesso non mi fregano
più.
Un'altra fondamentale bizzarria messicana riguarda il famigerato boccione dell’acqua.
Premettiamo: l’acqua
è un problema enorme in questa città, per non dire in tutto il paese. Però parlarne ora sarebbe andare un po’ off topic. Diciamo però che l’acqua del
rubinetto non è potabile quindi è necessario acquistarla in boccioni da 5 o 20
litri e ovviamente dotarsi di erogatore, disponibile in varie forme e misure.
Ovviamente anche in Cina avevamo lo stesso problema ma con una sostanziale
differenza, che la accomuna a tutto il resto del mondo: mentre ovunque il boccione ha un tappo
specifico, che cioè si fora automaticamente solo quando il boccione è inserito
nell'erogatore, in Messico NO.
In Messico i boccioni hanno un COMUNE TAPPO avvitato. Immaginatevi dunque
l’operazione che andrebbe fatta: svitare il tappone, alzare venti e passa chili di boccia,
capovolgerlo a velocità supersonica e mirare con totale precisione il vano
dell’erogatore. Nel mentre, le cascate del Niagara. Con il rischio neanche
troppo remoto che l’acqua, inondando la macchinetta crei un corto circuito, la
sputtani definitivamente e, se la sfiga è massima, ci si prenda pure la scossa.
Dopo due laghi di Como e uno Maggiore siamo riusciti a trovare su Youtube
un tutorial (della serie: come-ci-siamo-ridotti)
che spiega come ovviare al problema.
Se cercate “poner garrafon sin tirar agua”,
ci sono fior di modi, più o meno ingegnosi, per risolvere l’annoso problema
(che naturalmente potrebbe essere risolto se facessero i boccioni come il resto
del mondo, ma questo è un dettaglio).
Ma stiamo pensando di assoldare Flash il Bradipo del supermercato.
Secondo
me il colpo di reni per catapultare venti chili in due secondi netti ce l’ha.
Problemoni!Aspetto il II tempo..se ci sarà. Intanto fatti due pesi al mattino! Cora
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