venerdì 4 agosto 2017

CASA DULCE CASA

Per trovare casa a Città del Messico sono necessarie due regole: non avere fretta e non trarre conclusioni affrettate.
Perché - se anche uno pensa che ha avuto culo e dopo solo 18 appartamenti visitati è riuscito a trovare quello ideale - poi la cosa non è che esattamente finisca così. Il mio caso, per esempio.

Arriviamo in visita nella Ciudad a fine aprile, giriamo come trottole per quattro giorni e al rientro in Italia scriviamo alla nostra agente e le comunichiamo due opzioni: casa A, decisamente bellissima, ma un tantino poco pratica (no ascensore, balcone e camera di servizio) e casa B, molto meno bella, ma con i plus di cui sopra.
L'agente comincia a contattare la proprietà di A e avvia la trattativa. Dopo solo due settimane ci fornisce la preziosa informazione che la casa è disponibile. Evitando di rimarcare che l'avevamo intuito da soli,  chiediamo cortesemente di procedere.
L'agente però suggerisce di aspettare, che forse conviene sentire anche B, per fare un confronto. Chiediamo allora all'inquilino che abita in B di fornirci il contatto della proprietà. Altre due settimane di attesa. Motivazione: il proprietario "è un tipo particolare, non si può mica contattarlo così". 
Giusto, sciocchi noi. 
Dopo qualche altro giorno, finalmente abbiamo un numero di telefono. Eureka! L'agente lo contatta. Ma, ça va sans dire, passa altro tempo.
Scalpitiamo ma teniamo duro: finalmente, dopo una decina di giorni ci fanno sapere via mail che anche B è disponibile. Felici, ci concediamo qualche ora per valutare se scegliere A o B, ma ecco che, non più di 12 ore dopo la prima mail, una seconda ci informa che B è già stata affittata. Azz! Prima siete lenti come la fame e ora neanche il tempo del fuso orario?
Digerita la cattiva notizia cerchiamo di mantenere l'ottimismo, perché ora almeno non avremo più dilemmi tra A e B. 
La casa è A.
Si avviano  le trattative per firmare il contratto, che - stranamente - sono un po' lunghe. Dopo un'altra settimana di prammatica chiediamo un aggiornamento e l'agente ci informa che i proprietari di A non vogliono fornire i documenti che attestano che sono per l'appunto proprietari di A e quindi lei ci sconsiglia caldamente di procedere.
Mortificati, decidiamo di rinunciare e chiediamo di organizzare per la settimana successiva un tour di altri appartamenti, che ovviamente avrebbe visto solo Andrea, essendo l'unico già in Messico.
Il giorno degli appuntamenti però, tra una visita e l'altra, avvengono due fatti. Primo: ci informano che B ha fatto marcia indietro ed è nuovamente disponibile. Secondo: tra le case visitate ricompare misteriosamente anche A. Ma come? Prima ci dite che i proprietari non sganciano i documenti e che sconsigliate caldamente e poi la casa ci si rinfaccia di nuovo come l'aglio del pesto la mattina dopo? Mistero.
Ecco dunque il ribaltone: da no está tripa por gatos a scegliete (di nuovo) voi. 
Ormai esasperati, ci diciamo che per evitare ulteriori grane con una proprietà volubile come quella di A, vogliamo concludere con B. 
A questo punto in verità, si sta pericolosamente avvicinando la data del nostro trasferimento e l'idea di avere un qualsiasi tetto sopra la testa che non sia l'albergo in culo ai lupi dove la mia dolce metà soggiorna già da talmente tanto tempo che ormai gioca a Burraco col concierge e batte il cinque alla signora delle pulizie, ci sorride parecchio. 
Partono così le pratiche contrattuali, breve scambio di documenti (breve per il Messico, quindi altri dieci giorni) e check della casa da parte dell'agente per verificare che sia tutto ok. Finché in una mattina di fine luglio leggo l'ennesima mail da mal di pancia: i proprietari di B - ad una settimana dalla firma del contratto - hanno cambiato le carte in tavola ponendo talmente tante nuove (e assurde) condizioni capestro che...fammi indovinare? Ci sconsigliate caldamente di procedere? 
Così, a due settimane esatte dal mio arrivo sul suolo messicano insieme alle due nane, ci siamo ritrovati punto e a capo esattamente dove eravamo tre mesi prima.
La surreale conclusione di questa vicenda è stata che la caparbia agente, prima di ricominciare con una nuova ricerca, ha nuovamente sondato il terreno con A. E contro ogni previsione e quasi con le lacrime agli occhi (le mie) alla fine ha portato a casa il contratto.
Resta da chiedersi con una certa inquietudine per quale motivo questo appartamento - che ai nostri occhi sembra tanto grazioso, ancorché poco pratico - sia stato disponibile sul mercato per oltre tre mesi. Tre le ipotesi più verosimili: termiti giganti che ci invaderanno appena entreremo, vicini rumorosissimi che non ci daranno tregua la notte o, più verosimilmente, i fantasmi degli ex-locatari imbrogliati dai padroni di casa che vagheranno senza pace nelle serate limpide ululando alla luna.

1 commento:

  1. io passo di qui per caso e resto curiosissima di sentire le storie delle termiti o dei vicini o chissà...
    squa curiosissima

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